Gli ultrasuoni sono onde sonore aventi una frequenza maggiore di 20.000 cicli al sec. E pertanto non sono udibili dall’orecchio umano. Quando un fascio di ultrasuoni viene assorbito da un tessuto, cede ad esso la propria energia meccanica la quale si trasforma a sua volta in energia calorica. Dall’apparecchio che li produce vengono applicati sulla zona da trattare tramite un diffusore che viene posto a contatto con la cute, con l’interposizione di un gel o olio di vaselina.
Talora, a causa dell’irregolarità della superficie corporea che non permette di ottenere un’adeguata aderenza della superficie dell’emittente sonora con la cute del paziente, si adotta il metodo ad “immersione”, ponendo in una bacinella contenente acqua, sia la testina sonora che la parte da trattare che verrà così investita in maniera più uniforme dalla vibrazione ultrasonica. La potenza erogata deve essere tale da non suscitare dolore nel paziente. La durata delle sedute varia dai 5 ai 15 minuti. Un ciclo comprende 10 applicazioni.
Indicazioni: Morbo di Duplay, la presenza di calcificazioni periarticolari rappresenta una precisa indicazione all’ultrasuonoterapia, la quale è in grado di disgregarle e favorire il riassorbimento dei sali di calcio, tendiniti e coccigodinie, questa terapia è particolarmente efficace nelle tendiniti, capsuliti, borsiti e coccigodinie, contratture muscolari antalgiche, artrosi, Morbo di Dupuytren In questa patologia, caratterizzata da ispessimento fibroso della fascia palmare, viene sfruttato a scopo terapeutico l’effetto fibrolitico degli ultrasuoni, ematomi organizzati e tessuti cicatriziali, l’azione disgregante e l’azione di separazione delle fibre collagene e di rammollimento della sostanza cementante vengono utilizzate per favorire il riassorbimento degli ematomi organizzati e per ammorbidire i tessuti cicatriziali.
Controindicazioni: gli ultrasuoni non vanno utilizzati sull’area cardiaca, sulla regione cefalica e sui tessuti specializzati (metafisi fertili, testicolo, ovaio), che possono venire danneggiati.
Particolari precauzioni vanno adottate allorquando si effettuano applicazioni sul rachide di pazienti con esiti di laminectomia, per possibili danni al midollo spinale.
E’ possibile esporre a ultrasuoni zone dotate di protesi metalliche, ma unicamente se si è sicuri che esse siano solo di metallo.
Gli ultrasuoni non vanno mai applicati in presenza di: osteoporosi ad alto turnover, presenza di frammenti metallici, protesi articolari, vene varicose, flebiti e tromboflebiti, presenza di pace-maker, arteriopatie obliteranti, emorragie, mestruazioni, tessuti neoplastici e zone limitrofe, tubercolosi,donna in stato di gravidanza, soggetti in fase di accrescimento (bambini, adolescenti), pazienti che sono palesemente incapaci di comunicare chiaramente al terapista qualsiasi sensazione dolorosa.hide di pazienti con esiti di laminectomia, per possibili danni al midollo spinale.
E’ possibile esporre a ultrasuoni zone dotate di protesi metalliche, ma unicamente se si è sicuri che esse siano solo di metallo.